LA PASSIONE DI CRISTO: UN INCONTRO TRA LETTERATURA E MUSICA NELLA SACRALITÀ DEL TESTO DI MARIO LUZI

La rappresentazione del Mistero della Passione e morte di Gesù Cristo mediante la parola e la musica, ha costituito un’ulteriore opportunità di riflessione quaresimale.

Quest’iniziativa a carattere spirituale svoltasi sabato 16 marzo 2024 nella chiesa di San Pietro a Lavagno, trae origine dalla volontà di quattro gruppi corali polifonici: La Fonte di San Briccio di Lavagno diretto da Lino Pasetto, il Gruppo Corale di San Martino Buon Albergo diretto da Vittorio Castagna, la Schola Cantorum di San Pietro di Lavagno diretta da Bruno Menaspà, la Corale Santa Cecilia di Cadidavid diretta da Giuseppe Manzini e l’attore veronese Tiziano Gelmetti quale voce recitante, di rappresentare il testo de “La Passione” scritto da Mario Luzi per la Via Crucis al Colosseo del Venerdì Santo 1999 e presieduta da Papa Giovanni Paolo II. Questa raffinata opera letteraria si configura come una meditazione poetica sulla Passione di Cristo, intrecciando riflessioni teologiche a immagini evocative e a riferimenti simbolici.

La rappresentazione realizzata a San Pietro, si è sviluppata alternando lungo le stazioni della Via Crucis, la lettura dei passi del testo di Luzi e tra loro brani eseguiti dai singoli cori, alcuni a cappella, altri accompagnati dalle organiste Elisabetta Baldani Guerra e Giorgia Zenari.

Il repertorio è stato attinto da diversi compositori di varie epoche, dal Palestrina a Bach, ad Haydn, per passare poi ad Ingegneri, Lotti, Kodaly, Viadana, Dal Dosso e per concludersi, infine, a cori riuniti, con due emozionanti brani di Turoldo-Passoni-De Marzi e Mozart.

Complessivamente diciassette brani, eseguiti con sensibilità, rigore e maestria, tutti ispirati ai temi della sofferenza e della morte, nella vicenda umana delle ultime e drammatiche ore della vita terrena di Gesù, culminate con la sua salvifica resurrezione.

La Via Crucis di Luzi, opera di grande intensità emotiva e spirituale e ricca di suggestioni letterarie, si snoda attraverso le stazioni tradizionali, offrendo una rilettura originale del dramma di Cristo. Il poeta si concentra sulla sofferenza del Figlio di Dio, ma anche sulla sua umanità e sul suo amore infinito per tutta l’umanità. L’autore si avvale di un linguaggio denso, capace di evocare le diverse sfumature del dolore e della speranza. Il verso libero e il ritmo spezzato rispecchiano la drammaticità degli eventi narrati.

Il poeta ci conduce in un percorso di riflessione profonda sul mistero della Passione, invitandoci a meditare sul sacrificio di Cristo e sul suo messaggio di speranza e salvezza.

Nonostante l’evento sia già stato inscenato negli anni scorsi, ogni sua riproposizione suscita nel pubblico partecipante ed anche in questa occasione numeroso, sempre diverse e nuove occasioni di riflessione sul sacrificio patito da Cristo per la redenzione dell’umanità – motivo, questo, che induce molte persone ad assistere ancora alla rappresentazione.